Non mancano esempi emblematici di questo approccio. Il cinema horror e gotico delle origini sfruttò ampiamente la disabilità come simbolo di deformità morale: basti pensare a Il Gobbo di Notre Dame Wallace Worsley (1923) o a Frankenstein di James Whale (1931), dove la deformità fisica diveniva automaticamente sinonimo di malvagità.
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